I RISCHI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE SENZA ETICA

ETICA DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE

di Lidia Lazzaro, studentessa Strategic Communication IULM

La possibilità di rendere più efficienti e veloci tutti i processi, abbattendo drasticamente i costi, aumentando notevolmente le potenzialità di ricerca e sviluppo, minimizzando la possibilità di errore: la versatilità dell’Intelligenza Artificiale, i risultati attuali e le promesse future alimentano ormai da decenni i livelli più elevati di ricerca STEM. L’Intelligenza Artificiale trova oggi un larghissimo impiego nelle strategie aziendali in tutto il mondo.

Spesso non ce ne accorgiamo, ma l’IA è già diffusa in maniera pervasiva nella nostra quotidianità: quando usiamo il nostro cellulare, internet o un social media, quando chiamiamo il gestore telefonico e veniamo guidati da un assistente virtuale che comprende il nostro parlato. Le aziende ottimizzano l’approvvigionamento di materiali presso i fornitori, velocizzano i processi di raccolta ed elaborazione dei dati, sviluppano nuovi prodotti minimizzando l’errore e accorciando i tempi di sviluppo. Tutto questo è ovviamente di grande aiuto, soprattutto per le organizzazioni che ne giovano enormemente sotto ogni punto di vista.

Ma al di là di questi impieghi più “semplici”, si sta iniziando a mettere al lavoro l’Intelligenza Artificiale per nuovi utilizzi che coinvolgono processi decisionali complessi che prima erano portati a termine esclusivamente da persone, in quanto l’intervento umano è da sempre considerato insostituibile per questioni delicate e di rilevanza etica. Partita come una tecnologia che aiutava in mansioni ripetitive con un basso livello decisionale, l’IA è oggi in grado di poter prendere decisioni in campo medico, nella selezione delle risorse umane, nella finanza, nel giudizio penale e in molto altro. 

Parte del fascino dell’IA risiede proprio nel fatto di essere potenzialmente priva dei pregiudizi tipici degli esseri umani, e questa caratteristica sembra ideale per rendere più affidabile la gestione di processi come quelli dei campi elencati, ma è proprio da questo punto che scaturiscono le preoccupazioni. Il fatto che gli algoritmi, essendo progettati dall’uomo, possano incorporare i nostri stessi pregiudizi è a mio parere un’ipotesi da tenere in considerazione. Inoltre, i pregiudizi perpetrati da un computer rischiano di venire dotati di una sorta di “credibilità scientifica”.

I criteri di fondo con cui queste decisioni vengono prese da un algoritmo, oltre ad avere un impatto maggiore rispetto a un assistente vocale che seleziona la musica preferita, presentano una grande opacità, tipica dei sistemi complessi che sono appannaggio solo di pochi, pochissimi addetti ai lavori nei quali si ripone la propria fiducia. Questa opacità indubbiamente spaventa ed è quindi lecito domandarsi come si fa ad assicurarsi che questi algoritmi non siano codificati, consciamente o inconsciamente, con vizi strutturali che potrebbero dare origine a decisioni errate con un notevole impatto sulla vita di molte persone e organizzazioni.

È importante comunque sapere che l’Intelligenza Artificiale può realmente facilitare la vita di tutti, rendendo campi come quello medico, giuridico e affini per livelli di complessità molto più efficienti ed error-free. In questo caso, a mio parere, si necessita di uno sforzo congiunto che coinvolgerebbe singoli operatori, istituzioni e organizzazioni, che abbiano il progresso e il bene comune come obiettivi finali. 

Gli operatori devono mantenere uno standard di competenze ed etico elevati; le istituzioni, in particolar modo gli enti regolatori, dovrebbero sforzarsi di potenziare la regolamentazione informatica ed escogitare metodi di monitoraggio delle attività, per quanto risulti difficile pensare su quali criteri basarsi e chi alla fine dovrebbe svolgere le azioni di controllo; le organizzazioni devono trovare il giusto equilibrio tra obiettivi di business e obiettivi etici. Visti i benefici che questa tecnologia apporterebbe a chiunque, vale davvero la pena sforzarsi per favorirne il progresso tutelando sempre l’integrità dei processi coinvolti.