AUTENTICITÀ, PASSIONE, RISPETTO DELLA NATURA. LE REGOLE PER FARE LA DIFFERENZA

BRAND ITALIA, IL PAESE CHE SI RACCONTA

Intervista a Matteo Lunelli, Presidente e Amministratore Delegato di Cantine Ferrari e Presidente di Altagamma

Oggi Presidente e Ad di Ferrari Trento, fondata nel 1902 da Giulio Ferrari e portata al successo dalla famiglia Lunelli che l’ha acquisita nel 1952, ha cambiato non solo atmosfera ma stile di vita, dalle vie milanesi alle montagne trentine. Perché questa scelta? 

Terminati gli studi in Bocconi, ricevetti un’offerta da Goldman Sachs che mi portò a fare un’esperienza a New York, Zurigo e Londra. Mentre lavoravo a Londra mi chiamò mio zio Gino Lunelli, che allora era a capo dell’azienda, il quale mi chiese che cosa volessi fare della mia vita, se volessi fare l’imprenditore o il manager. 

Decisi di cogliere la sfida, spinto dalla voglia di mettermi alla prova e consapevole che si trattava di una grande opportunità. Mi trasferii a Trento e iniziai a lavorare nel Gruppo di famiglia: il settore del vino è molto affascinante, ricco di storia, tradizione e poesia e guidare l’azienda di famiglia mi riempie d’orgoglio. La passione è quella che mi ha sempre guidato.”

Il settore vinicolo, un’eccellenza italiana. Fare impresa, non è solo un lavoro qui: significa raccontare un territorio ed esaltarne le particolarità. Quale storia racconta Ferrari Trento?

Soldati diceva che ‘Il vino è la poesia della terra’ e Ferrari è espressione della viticoltura di montagna del Trentino. Il legame con il territorio è fondamentale, le nostre bollicine sono solo Trentodoc, cioè sono realizzate esclusivamente con uve provenienti dalle nostre montagne, e hanno delle caratteristiche uniche, date proprio dalla presenza delle montagne e dall’escursione termica tra giorno e notte che dona acidità e aromaticità all’uva. Un territorio che tuteliamo, attraverso un percorso partito molti anni fa, che ha visto l’introduzione di un protocollo di viticoltura sostenibile condiviso con oltre 600 conferenti, e che ci ha portato alla certificazione biologica dei vigneti di proprietà, nel 2017, e al raggiungimento della Carbon Neutrality nel 2021. Da anni svolgiamo inoltre un’intensa attività di promozione del territorio, che, non a caso, abbiamo scelto di valorizzare anche nel nostro nome, Ferrari Trento.”

Lavoro che, contrariamente a quello corporate, richiede tempo, dedizione e soprattutto pazienza. Si dice, infatti, che tutte le cose belle maturano lentamente, come il vino. È possibile in un mondo così frenetico praticare la lentezza?

Nel settore del vino la lentezza è d’obbligo: per ottenere un buon vino ci vogliono anni. In particolare un Trentodoc deve affinare per anni nel buio. E nel silenzio delle nostre Cantine. Ferrari Trento crea bollicine di eccellenza e per raggiungere questi elevati standard qualitativi occorre prestare attenzione a ogni dettaglio, in campagna e in cantina. 

Proprio il tempo è un fattore, assieme ad altri, indispensabile per ottenere vini di qualità e credo sia anche uno degli aspetti più affascinanti del settore del vino. Nel nostro caso conciliamo i lunghi tempi del vino con i tempi più veloci, spesso frenetici, che dobbiamo avere nella gestione aziendale di fronte a scenari di crescente incertezza ma dobbiamo sempre rispettare i tempi della natura.”

Il Made in Italy è di per sé un marchio che esula dalle regole del tempo e dello spazio. L’Italia è terra di artisti, creativi e sognatori, ma ai quali il pragmatismo e la concretezza certamente non mancano. Come si concilia tale stile di vita a una realtà socio-economica sempre più globalizzata? E, anzi, come è possibile valorizzarne l’unicità? 

In un contesto sempre più globale, specialmente nell’alto di gamma, il consumatore cerca sempre di più l’autenticità. Il nostro Paese, da questo punto di vista ha un grande vantaggio competitivo dato dall’immenso patrimonio di storia, tradizioni, cultura, arte, enogastronomia, e deve continuare a promuovere i suoi punti di forza. I prodotti italiani di eccellenza hanno infatti uno straordinario potere evocativo perché richiamano nei consumatori di tutto il mondo la nostra cultura, la nostra tradizione e i nostri territori. 

Grazie all’emozione trasmessa, sono in grado di riportare alla mente il nostro stile di vita. Allo stesso tempo dobbiamo essere in grado di vincere la sfida della contemporaneità: i nostri brand devono essere capaci di ingaggiare il consumatore di oggi, che è più informato e più consapevole di un tempo, e conquistare i nuovi mercati. Propensione internazionale e radicamento sul territorio non sono in antitesi ma devono convivere.”