QUALITÀ E CULTURA, CORPO E ANIMA DEL MADE IN ITALY

BRAND ITALIA, IL PAESE CHE SI RACCONTA

di Avv. Alberto Improda, Presidente, Fondazione Città Italia

Il segno “Made in Italy”, prezioso indicatore di origine che ovunque nel mondo conferisce alle produzioni italiane un concreto vantaggio competitivo, presenta un funzionamento complesso.

“Made in Italy”, infatti, per sprigionare i suoi effetti positivi ha bisogno del concorso di una componente tangibile e di una componente intangibile. La parte tangibile può essere riassunta in una sola parola: qualità; le produzioni italiane non possono che caratterizzarsi per una elevata e peculiare qualità.

E deve trattarsi di una qualità a tutto tondo, che concerne tanto le caratteristiche costitutive dei nostri prodotti (Qualità Intrinseca) quanto la percezione che di essi viene trasferita ai mercati (Qualità Estrinseca).

La Proprietà Intellettuale offre una serie di strumenti preziosi per valorizzare, tutelare e comunicare sia la Qualità Intrinseca (il Brevetto, il Design, il Know How) sia la Qualità Estrinseca (il Brand, il Design, il Diritto d’Autore) del Made in Italy.

Pagine di sicuro interesse, sul tema della qualità delle nostre produzioni, sono state scritte da Stefano Micelli, che ha intelligentemente ripreso e approfondito gli insegnamenti di Richard Sennett sul concetto di “artigianato”. Recita un suo brillante saggio: “Questo ‘spirito artigiano’ permea gran parte del Made in Italy, anche nella media e nella grande impresa. Sono competenze artigianali quelle che consentono ai grandi gruppi della moda e del lusso di produrre confezioni, borse e accessori di straordinaria qualità da vendere sui mercati internazionali.” (L’uomo artigiano, 2011).

Ma questa componente tangibile, pur risultando assolutamente necessaria, non è sufficiente affinché il Made in Italy rappresenti quel qualcosa di irripetibile, quell’unicum apprezzato in tutto il mondo. 

Qualunque settore merceologico si prenda in considerazione, invero, esistono altri paesi ove le imprese sono in grado di offrire una qualità simile, pari o superiore a quella delle produzioni italiane. 

Il Made in Italy costituisce un fenomeno impareggiabile perché a questa parte tangibile, a questa componente hardware, si affianca una parte intangibile, una componente software. Tale componente rappresenta un dono che ci viene dalla Storia e che scaturisce da una straordinaria e per qualche verso misteriosa reazione chimica tra Arte, Umanità, Buongusto, Bellezza, Visione della Vita: in una parola, la nostra Cultura.

E’ la cultura del nostro Paese che conferisce alle produzioni italiane un irripetibile carattere di unicità. Ha scritto Armando Massarenti: “Perché nonostante tutto il nostro Brand va fortissimo? E di cosa è fatto questo brand? Vi sembrerà strano ma la parola che lo riassume è una sola: Cultura. Noi siamo il Paese della Cultura. Ovunque nel mondo.” (Manifesto della Cultura, Il Sole24Ore, 2012).

Personalmente ho definito “Italian Soul” la componente intangibile del Made in Italy, quello spirito che “rende l’Italia ancora un simbolo di eccellenza in ogni angolo del mondo, conferendo al nostro Paese quel gradiente di unicità e di irripetibilità che continua a riversare un rivolo di reputazione e di attrattività su tutto ciò che viene ritenuto italiano.” (Italian Soul, 2015).

Qualità e cultura, dunque, sono hardware e software, corpo e anima, del fenomeno “Made in Italy”. Per conservare e alimentare questo prezioso patrimonio, dunque, non solo siamo chiamati a tenere sempre alta l’asticella della qualità, ma dobbiamo anche dimostrarci degni della nostra storia e della nostra cultura.