COLTIVARE TALENTI PER LE PROFESSIONI DEL FUTURO SEMPRE PIÙ GREEN

GREEN SKILLS. LE NUOVE PROFESSIONI DELLA SOSTENIBILITA'

A cura di Axpo Italia

 

La trasformazione del mercato del lavoro è uno degli aspetti più caratteristici dell’epoca che stiamo vivendo, complici, tra gli altri, l’innovazione tecnologica-digitale e le conseguenze della pandemia. 

Se da un lato molte professioni sono destinate a cambiare rapidamente – se non a scomparire – d’altra parte nuove figure professionali sono chiamate ad affrontare le sfide del presente e del futuro.

Tra queste, in particolare nel settore energetico, le prospettive di occupazione legate ai cosiddetti “lavori green” (ossia, secondo la definizione dell’ILO, professioni che contribuiscono al mantenimento o al ripristino dell’ambiente) stanno guadagnando rilevanza. Figure professionali che possano contribuire ad affrontare le sfide ambientali e a favorire una transizione verso pratiche più sostenibili, e un’energia che integri sempre maggiori soluzioni rinnovabili contribuendo a priorità ed esigenze sociali sempre più orientate verso la sostenibilità ambientale.

Axpo è, a livello internazionale, una delle società più attive nella commercializzazione di energie rinnovabili e, in qualità di player che pone tra le sue priorità strategiche la loro crescita, la società lavora per sviluppare e gestire sia soluzioni di autoproduzione energetica che approvvigionamento da fonti green grazie al sostegno di accordi a lungo termine Corporate PPA (Power Purchase Agreement). All’interno di questo contesto, che richiede competenze sempre più qualificate lungo tutta la filiera della transizione sostenibile, è sempre più importante intercettare e coltivare talenti. 

Sono 510 mila le imprese italiane che, negli ultimi cinque anni, pur in contesti economici messi a dura prova da pandemia e tensioni geopolitiche, hanno continuato a investire sulla green economy, creando 3,2 milioni di posti di lavoro: ad oggi i green jobs rappresentano il 13,9% degli occupati. Nel 2022 i contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.816.120, il 35,1% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,2 mln) con un incremento di 215.660 unità rispetto alla precedente rilevazione.

Rispetto alle tematiche di sostenibilità e nonostante i numeri di cui sopra, un operatore del mercato energetico si trova al cospetto di una situazione di grande domanda a fronte di un’offerta decrescente. Su molte figure professionali manca ancora una verticalizzazione coerente e percorsi di specializzazione dedicati. Il data science, che è solo uno degli aspetti più rilevanti nello sviluppo di professionalità legate al settore energetico, sta attualmente catalizzando molta attenzione ma, al contempo, richiede percorsi professionali e formativi molto specifici. Altro esempio in questa direzione è la figura del trader di commodity energetiche sui mercati internazionali. Risulta spesso complicato trovare una figura di questo tipo e coltivarne il talento in azienda perché si tratta di un genere di professione che non si forma nelle aule di università ma la cui specializzazione è il risultato di un impegno “on the job”. 

In questa direzione, la formazione professionalizzante tramite Master e borse di studio, utili ad assottigliare il livello di separazione tra teoria e pratica per questo genere di professioni, è quanto mai essenziale. A tale proposito, un utile termine di paragone è quanto accade nella formazione universitaria e post-universitaria degli atenei di altri paesi europei e che dovrebbe fornire all’Italia il giusto grado di ispirazione.