COMUNICARE LA SOSTENIBILITÀ: QUALI COMPETENZE SERVONO?

GREEN SKILLS. LE NUOVE PROFESSIONI DELLA SOSTENIBILITA'

di Elisa Cardellicchio, studentessa di Strategic Communication Università IULM

 

Secondo il Global Green Skills Report 2023 di LinkedIn’s Economic Graph, la domanda di green skill nel mercato del lavoro sta crescendo più velocemente rispetto alla disponibilità di figure professionali competenti, e dal 2020 quest’ultime sono state oggetto di assunzioni a un tasso maggiore rispetto a chi ne era sprovvisto.

Questo dato ha portato i lavori green a essere fra i dieci impieghi in maggiore crescita su LinkedIn. Tra questi: sustainability analyst, sustainability specialist e sustainability manager, come evidenziato dal Future of Jobs Report 2023 del World Economic Forum.

Solo uno su otto lavoratori, tuttavia, è dotato di una o più capacità orientate verso lo sviluppo di modelli di business sostenibili. Appare dunque evidente come nell’ambiente naturale, sociale ed economico che si sta trasformando, spinto dalle richieste degli stakeholder aziendali e dalle problematiche connesse al cambiamento climatico, siano necessarie delle figure professionali preparate, in grado di leggere le dinamiche sostenibili e di comunicarle agli attori coinvolti.

Da studentessa di comunicazione di sostenibilità, ritengo che chi, come me, aspira a diventare un futuro professionista nell’ambito, abbia l’onere di investire oggi nella propria formazione per sviluppare determinate soft e hard skill. In primis, sarà necessario acquisire ottime capacità comunicative, soft skill per niente scontate che in questo settore diventano anzi fondamentali; non solo per essere in grado di informare gli stakeholder esterni sull’impegno sociale e ambientale della propria azienda, ma anche per diffonderne i valori al suo interno. 

Una realtà che vuole attuare una reale transizione sostenibile, infatti, non può limitarsi a pubblicare un report all’anno, ma deve sviluppare una profonda rivoluzione della sua mentalità e strategia, perché risulti integrata al programma di sostenibilità. In altre parole, i futuri comunicatori dovranno impegnarsi affinché la propria organizzazione adotti i principi di integrated thinking descritti dalla Value Reporting Foundation e dall’International Integrated Reporting Council, in modo che l’attenzione ai temi sostenibili sia considerata in ogni aspetto del decision making e del processo di creazione di valore dell’azienda.

Affinché questo sia possibile, dovremo sviluppare una particolare hard skill: la padronanza delle normative e dei framework pubblicati dalle istituzioni che regolamentano la comunicazione in termini di bilancio. Dall’anno fiscale 2024, in seguito all’entrata in vigore della nuova Corporate Sustainability Reporting Directive dell’Unione Europea, infatti, un numero maggiore di aziende dovrà pubblicare obbligatoriamente i dati inerenti al proprio impatto, oltre ad adottare un unico standard di rendicontazione e numerosi altri criteri. 

Una formazione specifica per chi opererà nel campo è imprescindibile. Un’intersezione tra abilità comunicative, sostenibili e finanziarie sarà dunque essenziale, considerando che le competenze di sustainability education, carbon accounting e sustainability reporting sono tra quelle in più rapida crescita in Europa e negli Stati Uniti tra le green skill, sempre secondo LinkedIn.

Fondamentali saranno anche le capacità strategiche, ovvero quelle che ci consentono di ragionare in modo analitico e innovativo, e di essere lungimiranti nella concezione di visioni future. Queste abilità di forward-thinking sono strettamente connesse alle competenze organizzative e di pianificazione nello sviluppo di una strategia; in particolare, è noto che la transizione verso mindset e modelli di business sostenibile si sviluppa nel lungo termine, aspetto che sottolinea ancor di più l’esigenza di tali skill a partire da oggi. Vi rientrano anche le competenze relative al problem solving e al risk management, sicuramente richieste per identificare soluzioni alle sfide che le imprese dovranno affrontare, inclusi i rischi derivanti dall’impatto delle loro attività.