COMUNICAZIONE CORPORATE E PURPOSE: NUOVI STRUMENTI PER RACCONTARE IL CAMBIAMENTO. IL CASO DI SACE

POLITICA E SOCIAL NETWORK: ETICA, PARTECIPAZIONE E POLARIZZAZIONE

di Maddalena Cavadini, Head of Media Relations & Editorial Desk di SACE 

Che la rivoluzione digitale abbia cambiato il mondo – della comunicazione e non solo – è un dato di fatto. Siamo solo agli albori di un processo di evoluzione permanente che impatta società, economia e politica a ogni livello, viaggiando a una velocità inedita, superiore a quella che fino a solo pochi anni fa stimavamo necessaria per i normali processi di apprendimento e comprensione della realtà. E-commerce, piattaforme digitali, social media, intelligenza artificiale sono potentissimi moltiplicatori di rischi e soprattutto di opportunità per chi comunica e la costruzione della reputazione passa sempre più attraverso la multicanalità, dove il web gioca un ruolo decisivo.

E questo vale per tutti, anche per le istituzioni e per realtà come la stessa SACE, gruppo assicurativo e finanziario partecipato dal Tesoro, dove il cambio di passo della comunicazione sta accompagnando quello ancora più ampio intrapreso con il Piano Industriale INSIEME2025, che ha gettato le fondamenta di una nuova organizzazione purpose driven, mettendo al centro dell’impegno di SACE la crescita sostenibile per la collettività.

Per quasi cinquant’anni SACE è stata sinonimo di sostegno all’export nazionale. Nel giro degli ultimi tre anni, è stata chiamata ad abbracciare con il proprio supporto e le proprie garanzie tutte le imprese italiane per affrontare l’emergenza liquidità (determinata da Covid-19 prima e dalle conseguenze della guerra poi) e per far ripartire l’economia con investimenti strategici e green. Oggi SACE è un gruppo che lavora al fianco di 40mila pmi e che punta a raggiungerne 65mila entro il 2025, non solo con soluzioni assicurativo-finanziarie ma con strumenti di accompagnamento, formazione, business matching che possono fare la differenza per i più piccoli.

Un grande cambiamento operativo, ma soprattutto culturale, che vede il coinvolgimento attivo dell’intera comunità delle SACE people e presuppone una comunicazione completamente rinnovata che parte dall’ascolto ancora prima che dalla proposta di contenuti e che punta senza riserve sulle opportunità offerte dalla digitalizzazione per aumentare il proprio reach e il proprio impatto, esplorando con coraggio nuovi territori e linguaggi.

Così come il co-design con le imprese è stato scelto come modalità prevalente di evoluzione dell’offerta di SACE, allo stesso modo sono state moltiplicate le iniziative di ambassadorship e gli eventi di comunicazione dedicati agli stakeholder e alla valorizzazione delle loro visioni ed esperienze con SACE. Il fine ultimo di un’azienda purpose driven non è vendere prodotti e servizi, ma condividere con i propri clienti interni ed esterni una visione, una potenzialità di crescita, per questo l’obiettivo oggi non è solo presentare ma raccontare e far raccontare i prodotti, comunicando valori, idee e impegni che SACE assume nei confronti della società e sfruttando le grandi potenzialità offerte dai canali digitali. Ecco quindi che nel mix di comunicazione vengono introdotti strumenti come video e podcast, che hanno come protagonisti imprenditori che raccontano la loro storia, intrecciata a quella di SACE, e che siano di ispirazione ad altri imprenditori, e gli eventi, concepiti ormai in modalità phygital, che sono occasioni per aumentare la brand experience dei partecipanti.

Tutto questo quindi con una nuova grande consapevolezza: quelli che chiamiamo i target – siano essi imprese o istituzioni – sono sì organizzazioni fatte di persone, produttori-consumatori dei processi di comunicazione, ma anche potenziali co-creatori di contenuti e di nuove progettualità anche in ambito comunicativo. 

Se è vero che una comunicazione autorevole non può prescindere dalla costruzione di una relazione, da un dialogo di valore con i media e con una community di riferimento qualificata, è altrettanto vero che una comunicazione pienamente efficace, capace di coinvolgere, deve sapersi confrontare anche con strumenti disintermediati che si misurano in modo diretto con il people sentiment e che superino le logiche B2B e B2C.