DALLE PIAZZE REALI A QUELLE VIRTUALI: LA COMUNICAZIONE POLITICA È SEMPRE PIÙ SOCIAL

POLITICA E SOCIAL NETWORK: ETICA, PARTECIPAZIONE E POLARIZZAZIONE

di Francesca Daria Boldo, studentessa del Master di giornalismo dell’Università IULM

Nell’ultimo decennio, la politica ha abbandonato le piazze reali, che nel corso della vita democratica dell’Italia hanno accompagnato i partiti della cosiddetta Prima Repubblica, approdando in quelle virtuali, dove è più facile raggiungere l’attenzione delle persone. I politici hanno riconosciuto la potenza della rete e molti di loro hanno aperto account personali sui principali network come Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e LinkedIn e per ultimo, ma non meno utilizzato, TikTok.

Sebbene la comunicazione politica sia ancora in larga parte dominata da televisione e giornali, dove il messaggio deve per forza essere generalista e unidirezionale, il web permette di indirizzare messaggi mirati a precise nicchie di pubblico. L’uso dei social da parte dei leader dei maggiori partiti italiani è spesso usato come “ariete” per far breccia nell’elettorato che già li vota, ma anche tra coloro che sono indecisi su quale linea seguire. Frasi a effetto, video o immagini che colpiscono gli utenti: sono questi gli “ami” che i politici utilizzano per attirare i cittadini con grafiche accattivanti o con l’uso di determinati colori, creandosi così una community di sostenitori.

Senza dubbio, i social network hanno ridotto la distanza tra la politica del palazzo e i cittadini: i politici cercano di puntare soprattutto sui giovani e di “catturare” coloro che rappresentano un partito imponente: quello dell’astensionismo. Tuttavia, sarebbe sbagliato affermare che chi “vince” sui social lo fa automaticamente anche alle elezioni nel proprio Stato, ma è indiscutibile che Internet abbia cambiato per sempre il terreno di gioco e le regole del voto. 

Donald Trump è un caso eclatante di come Facebook e Twitter abbiano potuto condizionare in modo netto la più importante competizione elettorale del mondo occidentale. In Italia, il Movimento 5 Stelle ha plasmato un partito sulla rete, intercettando la rabbia che caratterizza l’attuale fase politica nel nostro Paese. Matteo Renzi ha costruito il proprio consenso grazie al web fino a diventare Presidente del Consiglio ma ha anche perso il Referendum sbagliando strategia sullo stesso campo.

Negli anni, oltre ai profili personali dei politici, sono nate sui vari network alcune piattaforme di informazione politica con l’obiettivo di aiutare i cittadini-utenti ed elettori a comprendere l’impatto del mondo politico sulle loro vite, rendendo gli utenti stessi non soggetti passivi, ma elettori in grado di comprendere e scegliere. 

Alcuni esempi:

  • Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale): tra i più prestigiosi think tank dedicati allo studio delle dinamiche internazionali. All’attività di ricerca affianca l’impegno nella formazione, nella convegnistica e nelle attività di analisi e orientamento su rischi e opportunità per imprese e istituzioni.
  • Pagella Politica: nato nel 2012 per monitorare le dichiarazioni dei principali esponenti politici italiani, questo progetto fa parte dell’International Fact-Checking Network (IFCN). Porta avanti analisi e spiegazione dell’attualità, aiutando a discernere tra bufale e verità.
  • Educivica: un progetto di informazione fondato da tre studenti di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino che si occupa di promuovere e diffondere le basi giuridiche e l’informazione consapevole. Nato per far fronte al problema dell’ignoranza costituzionale (e non solo), Educivica pubblica ogni giorno contenuti utili ed efficaci per la comprensione del mondo del diritto e della politica. È uno spazio adatto alla discussione e al coinvolgimento di tutti gli utenti che desiderano imparare e informarsi sulla realtà che ci circonda.
  • Factanza: un progetto nato per rendere l’informazione accessibile e immediata nella vita quotidiana sui social. In altre parole, niente tecnicismi, solo pura informazione. La pagina si propone di dare pillole di informazione e attualità, condensando l’informazione nei 15 secondi di story e rendendola appetibile e fruibile a un pubblico di tutte le età.

Se da un lato fare comunicazione politica sui social offre molte opportunità, dall’altro presenta non poche sfide. I politici devono fare attenzione a non violare le norme e le leggi sulla pubblicità, sulla protezione dei dati e sulla diffusione di notizie false o di propaganda. Tutto ciò può aumentare la polarizzazione politica, creare bolle informative e amplificare le divisioni sociali, soprattutto perché, sempre più spesso, le regole sulla rete variano in base a chi detiene la proprietà del network di riferimento (Elon Musk con Twitter ne è l’esempio lampante). A maggior ragione, è indispensabile partire da una divulgazione inclusiva e aperta, che valorizzi il dialogo e il confronto civile.

In conclusione, l’utilizzo di Internet, e in particolare dei social media, nelle campagne politiche può essere un vantaggio per raggiungere un pubblico più vasto e avvicinare la popolazione alla politica stessa, ma è necessario utilizzare queste piattaforme in modo responsabile e trasparente. Vanno rispettate le regole e i principi etici della comunicazione, mantenendoli attivi non solo in campagna elettorale, ma sempre, per una pura questione di credibilità e onestà, oltre che di trasparenza, di rispetto e di continuità comunicativa con i propri elettori.