DIVERSITY & INCLUSION NELLE AZIENDE: COSA SI ASPETTA LA GENERAZIONE Z?

D&I, IL VALORE DELLE DIVERSITA'

di Chiara Di Mola, studentessa Strategic Communication, IULM

La Generazione Z viene definita per antonomasia la “generazione del cambiamento”, non solo perché non ha alcuna paura di mettere in discussione le abitudini dei propri genitori o sfidare le cosiddette “norme sociali”, ma anche perché le vengono affidate le sfide del futuro, come ad esempio, il cambiamento climatico. Secondo le ricerche svolte da GWI, società di ricerca sui pubblici, la Gen Z è caratterizzata da una forte coscienza ecologica, che la porta a scelte più consapevoli e a un alto livello di coinvolgimento in questioni sociali.

È la prima generazione cresciuta immersa in valori come la diversità e l’inclusione, che ha integrato nella propria visione del mondo e del futuro. Valori che per questa generazione sono importanti, non perché ne ha visto concretamente l’evoluzione concettuale ma perché li ha vissuti sulla propria pelle grazie a un mondo sempre più globalizzato e, soprattutto, grazie a internet, che le ha permesso di aprire le porte a persone, contenuti e prodotti provenienti da qualsiasi parte del mondo. Questi fattori hanno portato la Gen Z ad avere aspettative alte nei confronti delle aziende per quanto riguarda l’effettiva applicazione di questi valori. 

Gli appartenenti a questa generazione considerano i temi di Diversity & Inclusion come necessariamente integrati nella cultura dell’azienda e richiedono ad essa azioni concrete. Per questo motivo le aziende non possono occuparsi di inclusione solamente per rimanere al passo con i tempi e adattarsi a un trend, ma devono impegnarsi in un cambio di prospettiva. 

L’obiettivo di un dipartimento D&I all’interno di ogni azienda, infatti, dovrebbe essere quello di creare un clima in grado di accogliere tutti i dipendenti e collaboratori, uomini e donne, facendoli sentire a proprio agio, attraverso il riconoscimento delle differenze, che hanno il potenziale di offrire valore aggiunto tanto al singolo che le riconosce quanto all’azienda. 

Ciò significa che questa generazione, più di tutte le precedenti, comprende l’importanza di fare iniziative che diano voce alle minoranze e di implementare azioni concrete che migliorino l’inclusività in azienda. Solamente in questo modo si può concretamente creare un ambiente sicuro e accogliente per tutto il personale interno. Alcuni esempi potrebbero essere, per una multinazionale con dipendenti di diverse etnie e religioni, inserire nelle mense interne abitudini alimentari delle varie culture (come la carne Halal) o, ancora, includere nella copertura sanitaria del personale le spese di transizione per le persone transgender. 

Un altro punto fondamentale a cui la Gen Z fa molta attenzione è il linguaggio. Riprendendo il pensiero di Vera Gheno, socio-linguista italiana, il linguaggio è fortemente influenzato dalla cultura ma ha anche il potere di influenzarla. Per questo motivo è fondamentale che le aziende utilizzino un linguaggio inclusivo e attento nei rispetti di tutte le diversità e minoranze, così da dimostrare e rafforzare il loro impegno concreto nel tema dell’inclusione.

Proprio come afferma Ikea sul proprio sito: “Come collega non vogliamo che tu superi la giornata, vogliamo che tu cresca e prosperi, e questo è possibile solo se ti senti al sicuro e puoi essere veramente te stesso/a”. 

Ed è questo che i giovani si aspettano dalle aziende: un impegno attivo nelle questioni socio-ambientali e la dedizione al rispetto di quelli che sono i loro valori, anche per quanto riguarda il riconoscimento delle diversità e la loro inclusione.