ESG E D&I: LE BASI PER UN NUOVO MODELLO DI LAVORO

D&I, IL VALORE DELLE DIVERSITA'

di Andrea Catizone, Legal Advisor su gender equality, diversity and inclusion

I temi della responsabilità sociale e della sostenibilità sono ormai centrali nel panorama internazionale come evidenziato dall’interesse dagli attori internazionali più rappresentativi, le Istituzioni  europee e l’Onu,  con programmi come il Next Generation EU e il New Green Deal e i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030. 

Fino a qualche tempo fa, le imprese venivano sollecitate a metterne in atto i principi in modo del tutto volontario, mentre è più recente la tendenza a una pressione che renda proficua e, dunque necessaria, l’adozione da parte delle aziende di azioni in quella direzione. In ambito finanziario, ad esempio, le valutazioni del merito creditizio nonché i criteri sui quali si fondano le decisioni da parte dei grandi investitori sono legate all’adozione dei criteri di ESG (Environmental, Social and Governance) nell’ambito della governance e delle attività manageriali. 

Se queste sono le premesse che delineano un panorama nazionale e internazionale nelle quali ogni attività produttiva ormai si colloca, è altresì evidente quanto l’effettiva assunzione dei modelli di sostenibilità sociale e di sostenibilità tout court non siano ancora pienamente assunti dalle imprese e sia necessario un cambio di prospettiva che consenta di assimilarle nella costruzione del profitto. Quest’ultimo non può che essere l’obiettivo verso il quale tendono le aziende e la sfida risiede nella costruzione di una visione integrata dei criteri ESG e del profitto stesso. 

L’impegno non è irrilevante poiché richiede una decisa revisione delle finalità e degli obiettivi aziendali, delle strategie messe in atto e di come si costruiscono i processi decisionali. Non solo, esse devono poi tradursi nella concezione di modelli di gestione, di organizzazione e messa in atto di concrete azioni che siano in grado, tutte insieme, di perseguire e raggiungere gli obiettivi sostenibili. 

La sfida più grande di fronte alla quale sono poste le imprese sta proprio nel fatto che il raggiungimento dei massimi benefici, che questa nuova visione richiede, vada oltre una formale attività di rendicontazione interna ed esterna. Essa, oltretutto, avrebbe  per lo più l’effetto negativo di tradursi in un mero costo al quale non corrisponderebbe un altrettanto beneficio. Il massimo beneficio economico, al contrario, necessita di un vero e proprio cambio di passo, anche di tipo culturale, che si traduca nella costruzione di concrete ed efficaci azioni in grado di  trasformare la strategia complessiva e trasversale dell’azienda e permeandone ogni aspetto, dell’organizzazione aziendale e dei suoi metodi gestionali, dei metodi, degli orari della struttura.  

E’ su questi ultimi aspetti estremamente interessanti che si richiede una lucida attenzione, spesso distratta, che si ritrova sulla “S” dell’acronimo ESG.  Sembra essere la sostenibilità sociale uno degli aspetti finora più trascurati tra i criteri sostenibili ma sulla quale si concentrano gli ultimi interventi normativi in tema di certificazione sulla parità di genere, per esempio. Si è sempre più persuasi dell’importanza del fattore umano, oggi che il lavoro costruisce sempre di più l’identità di ciascuno ed  è buona parte del tempo di vita, nella costruzione di una strategia aziendale vincente e produttiva. 

In particolare, l’integrazione dei temi di Diversity & Inclusion con quelli della sostenibilità consente di mettere in atto meccanismi manageriali capaci di incidere sul comportamento di ogni persona inserita nel contesto aziendale e di costruire un allineamento di prospettive tra questi e la realtà di impresa. In questo contesto, le tematiche sociali legate al genere sono fortemente sentite, ormai, come prioritarie non solo da parte degli investitori, ma anche dei consumatori condizionandone le scelte. Vi è una ricca letteratura che dimostra l’importanza di costruire ambienti e pratiche in cui la diversità sia il criterio ispiratore e che questo obiettivo si traduca in un valore di tipo economico. 

La presenza di politiche del personale volte ad assicurare le pari opportunità e la sicurezza delle donne nel mondo del lavoro sono considerate fattori rilevanti per le donne, ma anche per gli uomini ormai per la necessità di vedere attuata sempre di più una compatibilità tra i propri valori e quelli delle aziende nelle quali si presta la propria attività lavorativa o di investimento. 

Oltre a un fattore reputazionale e di ranking, è dunque evidente quanto la genuina acquisizione dei valori della sostenibilità sociale integrata con quelli della diversità e dell’inclusione siano in grado di attrarre anche personale più qualificato che culturalmente non è disponibile a sacrificare il proprio benessere in luoghi discriminanti.  Ciò vale per ogni dimensione di impresa, dalle piccolissime alle più grandi. Occorre, infine, una maggiore informazione sul piano della finanza sostenibile da parte dei media e degli operatori finanziari nel nostro paese perché ciò agevolerebbe anche le imprese e gli attori che debbono mettere in atto i principi di sostenibilità. 

E’ un momento proficuo ed entusiasmante di costruzione di un nuovo modello di lavoro, di impresa, di società  e di vita ed una sfida nella quale vale la pena esserci completamente per l’importanza che essa riveste nella costruzione di un modello economico e sociale innovativo e vincente per tutti gli stakeholders coinvolti.