GRANDI EVENTI E TURISMO. OPPORTUNITÀ E STRATEGIE PER L’ITALIA

GRANDI EVENTI | UNA RICCHEZZA CULTURALE ED ECONOMICA

L’intervista ad Armando Peres, past president OECD Tourism Committee

 

Dopo l’Expo 2015, l’Italia ha ora in calendario una serie di grandi eventi internazionali, dal Giubileo nel 2025 alle Olimpiadi invernali del 2026. Quali opportunità? E come coglierle al meglio?

“Grandi eventi come le Olimpiadi, l’Expo, ma anche le finali di Champions, hanno la capacità di generare benefici significativi per le città ospitanti, a condizione che siano gestiti correttamente. Pur essendo costosi, tali eventi possono infatti da un lato coprire i costi generando ricavi anche importanti, dall’altro, guardando al territorio, portare a un miglioramento delle infrastrutture, all’attivazione di servizi e reti di relazioni, nonché avere effetti importanti sullo sviluppo del turismo.

Proprio guardando al turismo, Expo 2015 è un esempio virtuoso di tale processo, che ha segnato un punto di svolta per la percezione turistica della città. Tradizionalmente vista come un polo di turismo business, Milano ha sperimentato un incremento sostanziale degli arrivi turistici, non più solo legati agli affari ma anche alla cultura e all’enogastronomia. L’evento ha lasciato un’eredità di stabile crescita degli arrivi nazionali e internazionali in città, e ha avuto anche il merito di promuovere Milano su segmenti di mercato diversi da quelli cui la città tradizionalmente si rivolgeva. Anche il diversificare e ampliare i mercati turistici di riferimento è un portato rilevante degli eventi a cui si deve guardare con attenzione in vista dei prossimi grandi appuntamenti in calendario, Olimpiadi invernali in primis.”

 

La relazione tra grandi eventi e turismo è un binomio scontato ma che può rivelarsi molto problematico quando le strategie degli eventi non sono ben collegate alle strategie di sviluppo e promozione turistica. Lei ha studiato per anni queste connessioni, anche dal suo osservatorio privilegiato all’OCSE. Qual è la via per costruire al meglio questa relazione?

“Il successo e l’impatto sostenibile dei grandi eventi dipendono fondamentalmente dalla creazione e gestione efficace delle cosiddette Public Private Partnerships (PPP). Queste collaborazioni rappresentano la chiave per affrontare e superare le sfide complesse che caratterizzano l’organizzazione di eventi di vasta portata. La natura ‘orizzontale’ di tali iniziative che tocca e trasforma molteplici aspetti della vita cittadina – dai trasporti all’housing, dalla comunicazione alla viabilità – richiede un approccio coordinato e inclusivo. Solo un approccio interdisciplinare permette di affrontare le ‘verticali’ specifiche di ogni settore, integrando soluzioni e servizi in modo funzionale e coerente con il contesto. La complessità di gestire simultaneamente tanti aspetti diversi sottolinea la necessità di una strategia ben congegnata, che riesca a sintetizzare le diverse esigenze e aspettative dei diversi stakeholder. Fondamentale è aver chiaro il perché si fa un evento, guardando al tempo presente e al tempo futuro.”

 

Vede qualche cambiamento all’orizzonte del turismo legato agli eventi?

“La riflessione sull’evoluzione del turismo in relazione ai grandi eventi si colloca in un contesto di cambiamenti generazionali profondi, segnati da rivoluzioni tecnologiche e dalla crescente consapevolezza riguardo al cambiamento climatico. Questi fattori hanno inciso significativamente sul comportamento dei giovani, delineando nuove tendenze nel turismo, inclusa la partecipazione agli eventi. L’Italia, con il suo patrimonio culturale e un sistema turistico consolidato, direi maturo, si trova di fronte alla sfida di adattarsi a queste mutazioni, cercando di offrire risposte adeguate alle nuove esigenze della domanda turistica.

Parallelamente, si assiste alla nascita di modelli turistici agli antipodi rispetto alle tendenze emergenti, come dimostrato dagli enormi investimenti dell’Arabia Saudita e di altre aree della penisola araba. Queste regioni stanno sviluppando un turismo basato su grandi strutture alberghiere e attrazioni in netto contrasto con le aspirazioni di un turismo più esperienziale e sostenibile. Ciò solleva interrogativi sul futuro della competitività turistica, specie considerando che nei prossimi dieci anni tali destinazioni potrebbero attrarre numeri molto significativi di visitatori internazionali.

L’Europa, certo, continua a essere un polo di attrazione turistica, ma il futuro indica uno spostamento dell’interesse verso l’Asia, con previsioni di una crescita sostanziale dei viaggiatori provenienti da e per questa regione. Tale scenario richiede alle destinazioni europee di anticipare i cambiamenti e di adottare strategie che, oltre a mitigare l’overtourism, valorizzino esperienze turistiche autentiche e sostenibili, rispondendo così alle nuove esigenze della domanda globale. Queste riflessioni non possono non guidare anche la progettazione dei contenuti dei prossimi grandi eventi italiani o sarà la domanda a imporci un cambiamento di rotta.”