IL VERO IMPATTO DEI GRANDI EVENTI TRA CAPITALE SOCIALE E CULTURAL DIPLOMACY

GRANDI EVENTI | UNA RICCHEZZA CULTURALE ED ECONOMICA

L’intervista a Michele Trimarchi, Università di Catanzaro “Magna Graecia”

 

Qual è il rapporto costi-benefici dei grandi eventi per le città ospitanti e come bilanciare le esigenze di sviluppo urbano, economia locale e benessere della comunità?

“La valutazione del rapporto costi-benefici dei grandi eventi dipende molto dall’orizzonte temporale che si adotta e che, purtroppo, è spesso limitato dalla durata dei mandati elettorali locali. Questo approccio a breve termine, pur generando un forte impatto finanziario e mediatico, può oscurare le prospettive di impatti duraturi e significativi, relegando gli eventi a mere operazioni di visibilità temporanea.

Un’altra considerazione importante riguarda la selettività dei grandi eventi, che tendono a favorire specifiche aree della città o del territorio e determinati settori economici, mentre altre regioni o settori pagano i costi dell’evento senza riceverne benefici tangibili. Questo solleva interrogativi sulla redistribuzione dei ricavi generati e su chi ne tragga reale vantaggio. Esiste, infatti, il rischio che i grandi eventi assorbano risorse che altrimenti potrebbero essere impiegate per sostenere le attività culturali ordinarie, compromettendone così la vitalità nel lungo periodo.

Passando alla pars construens, quando ben pensati, i grandi eventi non solo hanno un impatto immediato ma contribuiscono anche a creare una narrazione a lungo termine dei luoghi e sono in grado di attirare professionalità variegate, creando un’intensa interazione interdisciplinare e offrendo uno sbocco pertinente a professioni che altrimenti sarebbero costrette ad andare altrove. Gli eventi, infatti, sono spesso in grado di far emergere i fermenti della città e coagulare i talenti, attirando persone interessate a far muovere le ruote sempre in avanti. Concentrarsi esclusivamente sugli aspetti dimensionali e finanziari è quindi limitante quando si tratta di valutare gli eventi culturali, poiché esistono molte altre attività in grado di generare impatti altrettanto significativi. Il settore culturale, e gli eventi culturali, offrono però l’opportunità unica di produrre senso di appartenenza e capitale sociale, entrambi in grado di generare benefici economici a lungo termine. 

Il Festivaletteratura di Mantova è un esempio emblematico di come un evento culturale possa diventare un elemento permanente e significativo della vita culturale di una città, stimolando la reputazione, l’indotto e l’interesse turistico oltre il breve termine e contribuendo alla costruzione dell’atmosfera creativa locale. Per conseguire tali obiettivi, è essenziale che i grandi eventi siano concepiti fin dall’inizio con l’obiettivo di costruire capitale sociale, promuovere un’identità territoriale inclusiva e migliorare la qualità della vita urbana. Ciò può avvenire attraverso la riorganizzazione degli spazi urbani e l’attivazione di processi di valorizzazione immobiliare e urbanistica che riflettano i nuovi valori culturali e sociali introdotti.”

 

I grandi eventi culturali e sportivi sono oggi ampiamente usati anche in più ampie strategie di diplomazia culturale…

“La diplomazia culturale rappresenta un’evoluzione del concetto di place branding, introducendo una dimensione strategica che va oltre la semplice promozione del territorio. Attraverso la costruzione di una reputazione basata su affidabilità e capacità di attivare relazioni significative, la diplomazia culturale mira a posizionare una città o una nazione come partner privilegiato in un contesto internazionale. Questo processo richiede un impegno a lungo termine e un approccio olistico che consideri la cultura non come un mezzo di attrazione per un pubblico omogeneo – ‘stones for clones’ – ma come un vero e proprio motore di trasformazione urbana e sociale in grado di coinvolgere pubblici sempre più eterogenei. Città come Berlino e Barcellona hanno dimostrato come investimenti culturali ben pensati possano ispirare creatività, scambi culturali e un senso di appartenenza comunitaria, trasformando il tessuto urbano e migliorando la qualità della vita. 

La sfida per le città che ambiscono a utilizzare i grandi eventi come strumenti di diplomazia culturale è quindi quella di integrare questi sforzi in una pianificazione complessiva di ampio respiro, che tenga conto delle nuove dinamiche locali e globali, generando impatti duraturi e ben distribuiti. Si tratta, in definitiva, di essere ricettivi culturalmente e capaci di sviluppare connessioni in profondità, il che è poi la fonte semantica della parola intelligenza.”