IL RUOLO DELLA CORPORATE REPUTATION NELLA GEN Z

CORPORATE REPUTATION: SFIDE E TENDENZE NELL'ERA DIGITALE

di Diletta Servodio, Studentessa di Strategic Communication, Università IULM

 

Sono a Milano e durante la pausa dallo studio mi ricordo che devo andare al supermercato a prendere qualcosa per cena. Penso di cucinare una frittata, una ricetta veloce così posso ripassare dopo aver mangiato.

Arrivata allo scaffale delle uova però, mi torna in mente un reel visto su Instagram qualche giorno prima che domandava: “Non è assurdo che in questo periodo scegliamo i prodotti in base a come sono stati trattati gli animali?”

Mi vengono i brividi. Leggo sulla confezione che le uova provengono da animali allevati a terra, ma so bene che non si tratta della vecchia fattoria che mi figuravo un tempo. Desisto dal comprare le uova e opto per la pasta.

 

Questo è un esempio del conflitto in cui io e molti della mia generazione ci troviamo quando facciamo scelte di consumo. È chiaro quindi che la corporate reputation svolge un ruolo critico con un target di persone che volenti o nolenti questionano costantemente sui loro acquisti.

Come ben risaputo, la mia generazione è particolarmente sensibile alle tematiche etiche e sostenibili. Vorrei sottolineare alcuni aspetti meno citati dell’argomento che potrebbero essere cruciali per comprendere questo target.

 

CONFLITTO TRA SCELTE DI CONSUMO E BUDGET LIMITATO 

Spesso, studenti e giovani lavoratori devono fare i conti con un budget limitato che non sempre consente di agire secondo i propri principi. Le opzioni più sostenibili sono spesso anche le più costose, creando un conflitto tra desideri etici e possibilità economiche.

Questo genera frustrazione e senso di colpa. La Generazione Z è consapevole dell’impatto delle proprie scelte, ma spesso si scontra con la realtà economica. Le aziende che riescono a offrire soluzioni accessibili e sostenibili possono guadagnarsi la fedeltà dei giovani consumatori.

 

SOCIAL MEDIA E MICRO-INFLUENCER 

I social media giocano un ruolo fondamentale nel modo in cui le nuove generazioni percepiscono le aziende. Piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube non sono solo fonti di intrattenimento, ma veri e propri canali informativi attraverso i quali apprendiamo anche informazioni rispetto alle pratiche aziendali.

La mia generazione è in grado di identificare rapidamente le pratiche di greenwashing o altri tipi di washing grazie anche all’aiuto di quelli che io chiamo gli opinion leader moderni.

I principali divulgatori su queste tematiche sono spesso micro-influencer: a differenza di macro e mega influencer, i micro-influencer sono percepiti più vicini, il che li rende più credibili e autentici. Grazie a questi due elementi, riescono a influenzare opinioni e decisioni dei loro follower, contribuendo alla formazione della reputazione dei marchi online.

 

SOSTENIBILITÀ E INCLUSIVITÀ: VALORI FONDAMENTALI E NON TREND PASSEGGERI

Per molte aziende, dichiararsi sostenibili non basta più. In Italia, dove l’età media è piuttosto alta, si tende a sottovalutare le preoccupazioni dei giovani, considerandole semplici trend. La Generazione Z però, ha una visione a lungo termine data la giovane età e considera i valori di sostenibilità e inclusività come elementi essenziali per la corporate reputation.

Per questo le aziende devono adottare un approccio olistico alla sostenibilità: le imprese che integrano questi valori nel loro core business e nella loro strategia riusciranno ad attrarre giovani consumatori, generando non solo profitto ma anche un impatto positivo.

Per esempio, l’adozione di pratiche sostenibili lungo tutta la filiera dimostra un impegno genuino che può distinguere un’azienda nel mercato competitivo, consolidando la sua reputazione. La Generazione Z premia con la propria fedeltà le aziende che mostrano responsabilità sociale, vedendo in loro dei veri partner del loro cammino.

 

TRASPARENZA: CHIAVE PER LA CORPORATE REPUTATION 

Infine, la trasparenza è critica per guadagnare e mantenere una buona corporate reputation. Per la mia generazione la trasparenza non è negoziabile: le aziende sono costantemente sotto scrutinio di micro-influencer attenti e rilevanti.

Le nuove generazioni non si accontentano di slogan vuoti o di immagini verdi e arcobaleno, esigono organizzazioni oneste riguardo ai propri progressi e alle difficoltà verso la sostenibilità.

Questo significa comunicare apertamente i risultati raggiunti, le sfide affrontate e i passi successivi pianificati, così da fidelizzare una generazione di nuovi, attenti, consumatori.