IL RUOLO DI SACE NEL WORK-BASED LEARNING DELLE IMPRESE ITALIANE

GREEN SKILLS. LE NUOVE PROFESSIONI DELLA SOSTENIBILITA'

di Mariangela Siciliano, Head of Education, Business Promotion & Supply Chain SACE

 

Proclamato dalla Commissione Europea l’Anno europeo delle competenze, il 2023 è stato contrassegnato da grandi sfide per imprese e lavoratori, chiamati a partecipare attivamente alla cosiddetta twin transition, green e digitale, del mercato del lavoro.

Numerose le iniziative europee e nazionali messe in campo per rafforzare la competitività sostenibile degli Stati Membri e ridurre lo scollamento tra domanda e offerta di lavoro e di competenze: il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) che, con un bilancio di oltre 99 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, è il principale strumento dell’Ue per accrescere le opportunità di occupazione dei cittadini europei; il programma Digital Europe che prevede un budget di 580 milioni di euro per lo sviluppo di competenze digitali avanzate; Horizon Europe che sostiene le competenze di ricercatori, imprenditori e innovatori; il programma InvestEU e naturalmente i piani nazionali di ripresa e resilienza che hanno allocato in media circa il 20% della spesa sociale sui temi dell’occupazione e delle competenze.

Eppure, nonostante questo ricco pacchetto di misure e ingenti finanziamenti dell’Ue in formazione professionale verso giovani e lavoratori, la strada sembra ancora lunga per riuscire a sfruttare appieno il potenziale della forza lavoro europea e adeguare lo skill set delle nostre imprese alle complessità dell’attuale contesto economico e geopolitico. 

Basti pensare che attualmente, secondo i dati Eurostat più recenti, oltre tre quarti delle imprese dell’Ue incontrano difficoltà a trovare lavoratori qualificati in grado di gestire la trasformazione digitale e green dei propri modelli di business. In particolare, 4 cittadini europei su 10 (1 lavoratore su 3) non dispongono delle competenze digitali di base e non va meglio per quanto riguarda le competenze green. Secondo i dati della Commissione Europea tra il 2015 e il 2021 è raddoppiata la carenza di manodopera in settori considerati fondamentali per la transizione verde, mentre è aumentata la domanda per le competenze tecniche in chiave green.

Se guardiamo nello specifico al nostro Paese, tra il 2023 e il 2027 il mercato del lavoro italiano richiederà a quasi 2,4 milioni di persone occupate il possesso di competenze green di livello almeno intermedio e a oltre 1,5 milioni competenze green di livello elevato. Questo dato, elaborato dal Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal, fotografa un Paese in cui nell’agricoltura, nell’industria e nei servizi (inclusa la pubblica amministrazione) si fa ancora molta fatica a rintracciare professionisti in possesso di competenze verdi certificate. 

Analoga la situazione per il digitale. Sono ancora troppo poche le imprese, in particolare Pmi, che riconoscono, sviluppano e premiano le competenze di Industria 4.0, mostrando una bassa maturità digitale dovuta a ridotti o del tutto assenti investimenti in formazione professionale in chiave digital.

Per contrastare questo mismatch fra domanda di lavoro e competenze green e digitali è fondamentale mettere in campo un insieme articolato di azioni formative che possano riqualificare l’attuale forza lavoro e fornire maggiori competenze di base ed elevate ai lavoratori del futuro, affinchè siano in grado di implementare le trasformazioni in corso e quelle che verranno.

Questa la direzione intrapresa da SACE, il gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alla crescita sostenibile delle imprese, in Italia e nel mondo. In linea con il nostro Piano Industriale INSIEME2025 e considerato il ruolo strategico e “unico” sul mercato italiano – quale punto di intersezione tra imprese, istituzioni e finanza – SACE, attraverso il l’hub formativo SACE Education, ha fatto della formazione manageriale e del rafforzamento delle competenze aziendali uno dei pilastri della sua attività di supporto al sistema produttivo italiano attraverso una formazione gratuita, multicanale e disegnata sui reali bisogni di professionisti e imprese, in particolare Pmi, erogata in partnership con i principali attori del Sistema Paese che si articola lungo tre direttrici: export e internazionalizzazione; strategie green, digitali e infrastrutturali; formazione accademica certificata in collaborazione con il mondo universitario. Ad oggi, oltre 14 mila imprese sono state accompagnate da SACE nel loro percorso di evoluzione sostenibile, un numero destinato a crescere nel prossimo triennio. 

E’ necessario promuovere insieme in una logica di sistema e con maggior vigore nuovi modelli di Work-Based Learning (WBL) che riguardano sia la formazione iniziale dei giovani (a livello secondario superiore e post-secondario), sia la formazione continua dei lavoratori mediante interventi di reskilling e upskilling mirati. 

L’efficacia di questi interventi richiede una solida partnership pubblico-privato e un’azione di sistema tra istituzioni, accademia e industria che faciliti da un lato i processi transizionali dal mondo dell’istruzione (scuola e università) al mondo del lavoro e dall’altro rafforzi le abilità e le competenze aziendali mediante una formazione specialistica e integrata, la condivisione di buone pratiche e le attività di apprendimento tra pari.

Infine, per garantire che le transizioni verde e digitale siano socialmente eque e giuste, il tema delle competenze, incentrato sul correggere lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, va affrontato in chiave inclusiva, azzerando gap di genere, generazionali e territoriali che ancora persistono nel nostro mercato del lavoro.