IL VALORE DELLA DIVERSITA’ TRA INNOVAZIONE, TALENTO E COMPETENZA

D&I, IL VALORE DELLE DIVERSITA'

Intervista ad Alessandra Locatelli, Ministro per le Disabilità

Le politiche di Diversity & Inclusion abbracciano inevitabilmente il tema della disabilità: in che direzione va l’Italia?

“Il nostro faro è la Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità approvata il 13 dicembre 2006 durante la sessantunesima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. In questi sedici anni sono stati compiuti importanti passi in avanti per l’accessibilità universale, l’inclusione, la partecipazione e il diritto a una vita autonoma e indipendente per le persone più fragili. La strada da percorrere, però, è ancora lunga. Le leggi europee, nazionali e regionali devono essere attuate pienamente. Le difficoltà che le persone con disabilità e le loro famiglie incontrano nella quotidianità, ce lo dicono con grande chiarezza. L’obiettivo è garantire a tutti i cittadini di poter vivere una vita partecipata e dignitosa nelle nostre comunità, e di poter sempre scegliere. Per questo è necessario impegnare l’attenzione politica in merito all’attuazione dei principi di inclusione, accessibilità universale, vita indipendente e nel favorire percorsi di formazione e inclusione lavorativa.”

Parliamo di inclusione sociale e lavorativa di soggetti vulnerabili: quali le politiche da mettere in campo, rivolte sia alle famiglie che alle aziende? 

“Quando parliamo dei percorsi di formazione, di inserimento lavorativo e di inclusione sociale, dobbiamo sempre tenere presente che le persone con disabilità hanno bisogno di cura, assistenza e servizi, ma anche di affetti, relazioni e socialità. La legge n. 68 del 1999 per l’inclusione nel mondo del lavoro va rivista e attualizzata. Nel 1999 si pensava di dover dare un piccolo spazio alle persone più fragili per gratificarle. Oggi la prospettiva è cambiata: ogni persona ha un talento e delle competenze che portano un valore aggiunto alla nostra società. E tutti insieme, pubblico e privato, abbiamo il dovere di valorizzare queste competenze e di dare a tutti la possibilità di contribuire alla crescita economica e civile del nostro Paese.” 

Quali, invece, le politiche corporate che le aziende possono attuare per agevolare l’entrata nel mondo del lavoro dei soggetti più vulnerabili?

“Le aziende possono e devono diventare parte attiva del cambiamento e dello sguardo nuovo che dobbiamo essere capaci di interpretare e di tradurre in atti concreti. Livelli alti di politiche di Diversity & Inclusion nelle aziende portano più innovazione e produttività, oltre a un aumento del benessere complessivo per le persone che fanno parte dell’azienda. Ci sono esperienze positive in diversi contesti nazionali che possiamo ulteriormente valorizzare e provare a replicare. I metodi possono anche essere diversi, ma l’obiettivo è, e resta, uno soltanto: includere in maniera produttiva e stabile nel mondo del lavoro. Servono percorsi formativi specifici e strumenti innovativi, formalizzando la figura di chi accompagna per evitare fallimenti nel collocamento, ma serve anche dare valore a quelle esperienze che definisco di auto-produzione del lavoro e che, in questi anni, hanno dimostrato di fare vera inclusione lavorativa.”

Ad oggi in Italia quali sono le barriere sociali e lavorative che si possono incontrare? E come è possibile abbatterle?

“Gli ostacoli, purtroppo, sono ancora tanti, e toccano ogni ambito della vita. Occorre un impegno ancora più deciso da parte delle Istituzioni per rafforzare le azioni da mettere in campo, ma soprattutto occorre promuovere una maggiore consapevolezza rispetto al valore e alle potenzialità di ogni cittadino. L’Articolo 3 della Costituzione italiana e la stessa Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità ci indicano con chiarezza i principi da seguire: piena inclusione, partecipazione, rispetto delle preferenze, accessibilità universale. Ed è questo il cammino che abbiamo il dovere di continuare a percorrere.”

Quali, infine, le priorità del suo mandato?

“L’obiettivo è dare centralità vera alla persona per migliorarne la qualità di vita e supportare le famiglie. Lo faremo innanzitutto attraverso la legge delega per la disabilità e con la riduzione dell’estrema frammentazione di norme e di fondi che riguardano il tema della disabilità. Il nostro Paese ha inoltre l’urgenza e la necessità di dare una risposta alle persone che, con amore e dedizione, si occupano dei propri cari con gravissima disabilità, malattie cronico-degenerative o rare, con terapie complesse da seguire. Con il Piano Nazionale d’azione sulla disabilità, elaborato dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, implementeremo le strategie e le azioni da intraprendere nei prossimi anni mettendo al centro il progetto di vita, le persone con disabilità e le loro famiglie, i percorsi di autonomia e vita indipendente, e quelli di formazione e inclusione lavorativa, senza dimenticare l’importanza dell’integrazione sanitaria.”