PER UN NUOVO WELFARE INTEGRATO E INCLUSIVO. L’IMPEGNO DEL GOVERNO

D&I, IL VALORE DELLE DIVERSITA'

Intervista a Claudio Durigon, Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali

I temi della diversità e dell’inclusione sono sicuramente intrinsechi a quelli del lavoro e delle politiche sociali. Qual è l’impegno preso dal Governo in questo senso?

“Quando parliamo di diversità e inclusione credo che non si possa prescindere dal ricercare sempre il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata. Diversità, infatti, significa esigenze particolari. Questo Governo sta fornendo delle risposte concrete, e faremo ancora di più in futuro. Penso all’aumento degli importi per l’assegno unico, come la maggiorazione del 50% nel primo anno di vita del bambino, estesa a tre anni quando i figli sono tre o più; penso alla misura che ha portato alla stabilizzazione della maggiorazione economica per i figli disabili fino a 21 anni; ricordo l’aumento del congedo parentale alla madre entro i primi sei anni di vita del figlio, con l’indennità che passa all’80% dello stipendio invece che al 30%, una soglia assolutamente non accettabile; penso all’attenzione verso i padri, posti finalmente in condizione, con il congedo, di passare più tempo con i propri figli. Con Matteo Salvini stiamo lavorando tantissimo anche per colmare decenni di ritardi nell’adeguamento del sistema dei trasporti, per venire incontro alle giuste esigenze di tutte quelle persone che si trovano in una situazione di ridotta mobilità, e vedono ogni giorno negati i diritti più basilari nel campo della mobilità e nella vita quotidiana.”

Quali le politiche sociali da attuare per l’entrata nel mondo del lavoro dei soggetti più vulnerabili?

“La formazione è essenziale. L’obiettivo è quello di creare un sistema integrato non solo per i soggetti più vulnerabili, ma sostanzialmente per tutti. Un welfare strutturato per andare incontro alle necessità di ognuno è fondamentale in questo percorso: fornire una seconda chance a chi ha avuto una vita difficile, riequilibrare i tempi del lavoro con la vita privata, sostenere l’occupazione delle persone con disabilità e contestualmente attivare tutte le energie con la totalità delle forze presenti sul territorio per l’implementazione di un sistema di formazione che va incontro a quelle che sono, anche, le esigenze del mercato.”

Cosa, se c’è, va cambiato del sistema attuale? E cosa non ha funzionato fino ad ora?

“Non ha funzionato il reddito di cittadinanza. Il sistema di politiche attive è risultato inefficace: non ha funzionato il sistema della formazione, i patti per l’impiego, i navigator sono stati un fallimento totale, anche perché abbandonati a sé stessi. L’impianto del Decreto Dignità era troppo rigido per quello che è il mercato del lavoro. Tutti i temi che saranno oggetto di un Decreto Lavoro che andremo a dibattere già da gennaio, costruendo un impianto che avrà al centro la persona ed un nuovo sistema welfare.”

E’ giusto dirigersi verso politiche attive del lavoro abbandonando progressivamente quelle di tipo assistenzialistico? E che ruolo devono svolgere le aziende?

“Le aziende saranno centrali nell’aspetto formativo. Il nostro tessuto socio-economico è fatto di tantissime realtà imprenditoriali di piccole dimensioni, con un contatto e un radicamento con il territorio che sono un vero e proprio valore aggiunto: possono essere anche loro strumenti utili per la formazione dei percettori di sussidi, nell’ordine di un sistema di innesto al lavoro che ponga al centro della sua azione le competenze sul campo e l’esperienza.”

Cosa significa per Lei un ambiente sociale e lavorativo più inclusivo?

“Uno degli aspetti a cui tengo di più è quello del merito. La meritocrazia sarà una linea guida importante di questa legislatura e di questo Governo. Nulla c’è di più inclusivo, nulla che premi di più la diversità. Una diversità da valorizzare a 360 gradi, dalla differenza uomo-donna alla differenza di punti di partenza, dall’inclusione e valorizzazione delle diverse abilità di ognuno alla piena accessibilità dei luoghi di lavoro.”