A cura di Susanna Fiorletta
Questa nostra Italia. Luoghi del cuore e della memoria
→ Corrado Augias; Einaudi; 331 pagine
A dispetto delle tante divisioni, storiche e attuali, c’è qualcosa che ci accomuna come italiani. Una serie di tratti che ci rendono immediatamente riconoscibili in qualsiasi luogo del mondo; nel male ma anche nel bene. Corrado Augias ci accompagna in un viaggio alla scoperta di ciò che definisce il nostro carattere nazionale. Un viaggio particolare, che procede nello spazio e nel tempo, dall’attualità alla ricostruzione storica, passando per il racconto biografico.
Raccontare il Made in Italy: Un nuovo legame tra cultura e manifattura
→ Marco Bettiol; Marsilio; 117 pagine
Raccontare la qualità del prodotto italiano è una delle sfide cui è chiamata la manifattura del nostro paese. Il Made in Italy continua ad essere un brand di grande successo nel mondo: ciò non toglie che l’allargamento dei mercati in cui operano le nostre imprese coincida con la necessità di spiegare in modo nuovo ed efficace i contenuti culturali su cui si fonda il valore del prodotto italiano.
Adriano Olivetti, un italiano del Novecento
→ Paolo Bricco; Rizzoli; 492 pagine
Adriano Olivetti è un mito dell’industria, della creatività e della cultura italiana nel mondo. È un italiano del Novecento profondamente atipico. In questo libro definitivo, frutto di un decennio di ricerche e di scrittura, Paolo Bricco ripercorre la vita di un uomo di genio e la vicenda industriale e sociale, politica e culturale dell’Italia tra la fine dell’Ottocento e il boom economico. Questa è, prima di tutto, la storia di un’utopia.
Il design e l’invenzione del Made in Italy
→ Elena Dellapiana; Einaudi; 320 pagine
Questo volume si interroga su come si sia giunti a una formula che ha comunicato e amplificato il prodotto italiano fin dalle esposizioni universali del XIX secolo, mettendo a fuoco, anche grazie ad azioni normative e propagandistiche, categorie che arricchiscono la semplice accezione di «fatto in Italia»: mediterraneità, artigianalità, artisticità, ingredienti che, a loro volta, contribuiscono a definire la sfuggente dimensione del design.
L’identità italiana in cucina
→ Massimo Montanari; Il Mulino; 104 pagine
Se per “cucina italiana” vogliamo intendere un modello unitario, codificato in regole precise, è abbastanza evidente che essa non è mai esistita e non esiste tuttora. Se però la pensiamo come “rete” di saperi e di pratiche, come reciproca conoscenza diffusa di prodotti e ricette provenienti da città e regioni diverse, è evidente che uno stile culinario “italiano” esiste fin dal Medioevo, soprattutto negli ambienti cittadini che concentrano e rielaborano la cultura alimentare delle campagne, e al tempo stesso la mettono in circolazione, attraverso il gioco dei mercati e i movimenti di uomini, merci, libri.
Storia culturale del made in Italy
→ Carlo Marco Belfanti; Il Mulino; 258 pagine
Alto artigianato, tradizione di eccellenza, senso del bello: è questo in sintesi ciò che si intende per Made in Italy. Realtà o mito, questa immagine ha una storia, ed è quella raccontata nel libro, che prende le mosse dalla straordinaria fioritura artistica del ’4-500 alla nascente industria della moda italiana del secondo dopoguerra, ricollegandosi con successo al mito dell’eccellenza rinascimentale, sinonimo di prestigio e di sapienza artistico-artigianale.