PATRIMONIO CULTURALE ITALIANO: UNA FILIERA DA 85 MILIARDI

BRAND ITALIA, IL PAESE CHE SI RACCONTA

Intervista a Roberto Marti, Presidente VII Commissione permanente, Senato della Repubblica

Da Presidente della VII Commissione (Cultura e patrimonio culturale, Istruzione pubblica, Ricerca scientifica, Spettacolo e Sport), quali sono le proposte sul tavolo per il consolidamento e la valorizzazione della sfera socio-culturale nazionale?

Valorizzare la filiera culturale del nostro Paese è uno degli obiettivi principali di questo Governo, il primo dopo 12 anni a poter fare scelte politiche. La cultura è un driver per la crescita economica italiana, con ancora un potenziale da sviluppare in diverse aree di interesse. I numeri parlano chiaro, con un fatturato complessivo di 85 miliardi, la filiera, nonostante le criticità riscontrate durante la pandemia, ha impattato su soggetti e servizi i cui output appartengono ad altre attività economiche, generando indirettamente 240 miliardi di euro. 

Ciò è il frutto di una realtà vivace, in grado di dialogare con più attori e di produrre soluzioni innovative e modelli di sviluppo sostenibile il cui valore va oltre i semplici ricavi economici, interpretando l’anima stessa del nostro Paese. 

Con il PNRR su un totale di 191,5 mld sono stati investiti a favore del settore culturale e del turismo 7 miliardi, la cifra in assoluto più alta rispetto agli altri piani di ripresa europei. Questa scelta è dettata dal crescente ruolo che la cultura sta assumendo in riferimento a elementi ritenuti essenziali quali la coesione, l’integrazione, l’inclusione sociale, l’innovazione e il benessere. Una risorsa capace di generare conoscenza, accrescimento morale e un fattore di sviluppo economico.

Noi vigileremo e lavoreremo affinché gli obiettivi del PNRR siano pienamente raggiunti. Ma daremo anche voce all’esigenza di semplificare la burocrazia per la realizzazione degli spettacoli minori (fino a mille e fino a tremila persone), contribuiremo a dare attuazione alla legge delega sullo spettacolo che, fra l’altro, vede finalmente riconosciute pienamente le specificità dei lavoratori dello spettacolo e stiamo valutando misure per istituire un tax credit per l’arte sulla scia di quanto ha appena statuito l’UE.”

Ammodernamento e innovazione sono alla base della crescita del settore culturale – in una sua più ampia concezione del termine – e dell’istruzione. Quali, quindi, le sfide per rendere più attrattivi e competitivi tali istituti?

L’Europa tutta ma in particolar modo il nostro Paese sono stati profondamente scossi dalla pandemia. Nulla è più uguale a prima ma questa emergenza, che purtroppo ha innescato una profonda crisi economica e sociale, ha avuto un’unica valenza positiva: la grande opportunità del PNRR. Si tratta della più grande occasione possibile per cambiare faccia all’Italia ed essere finalmente un Paese competitivo, moderno, leader nell’innovazione in tutti i campi, dalla pubblica amministrazione alla ricerca. 

Nei settori di competenza della Commissione che presiedo vedremo cambiamenti importanti nell’edilizia scolastica (nidi e scuole nuove o rinnovate, nuove mense, adeguamento degli impianti sportivi), nei curricula scolastici rinnovati in linea con le nuove esigenze degli studenti e con richieste del mercato del lavoro, nella sempre maggiore progettualità che contraddistinguerà i piani dell’offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado. 

Con le risorse del PNRR si è poi dato avvio a una stagione nuova per la Ricerca che in Italia è stata sempre, purtroppo, lasciata ai margini mentre ora ritrova adeguata centralità come dimostrano anche gli investimenti strutturali pronti ad assicurare continuità a questa azione.

Anche nei musei, nei teatri e nelle sale cinematografiche approderà la digitalizzazione per efficientare questi luoghi da un punto di vista energetico ma soprattutto assicurare nuove esperienze al pubblico. Voglio poi menzionare gli interventi per aumentare l’attrattività turistica e generare lo sviluppo sostenibile dei territori, in particolare facendo leva sull’identità culturale e sull’offerta turistico-culturale. Queste azioni possono contribuire a delineare un’immagine dell’Italia attrattiva che veicoli i valori positivi della nostra storia generando sia un’integrazione all’offerta attuale, sia ricadute positive sul tessuto imprenditoriale della ricerca, della cultura e del turismo.”

Quanto, secondo Lei, cultura, istruzione, Ricerca e sport, sono legate tra loro? E perché c’è bisogno di una strategia sinergica tra le parti?

I settori sono legati tutti a filo doppio l’un l’altro. Non sarebbe possibile immaginare un’azione a 360 gradi in uno di questi ambiti senza coinvolgerne attivamente un altro. Faccio banali esempi che aiuteranno a comprendere il mio punto di vista. 

La prima legge licenziata dalla VII Commissione è stata quella per incentivare i viaggi della memoria: qui la dimensione culturale e quella dei bisogni educativi, dell’istruzione, si sono fusi appieno. 

In questi giorni stiamo proseguendo speditamente con l’approvazione di un disegno di legge che reintroduce i giochi della gioventù e in questo caso invece è lo sport ad essere divenuto una cosa sola con l’istruzione.”

In un’ottica di medio e lungo termine, quali gli obiettivi della Commissione durante il corso di questa legislatura?  

Non posso rispondere in modo netto, in qualità di Presidente sono io a definire l’ordine dei lavori ma sempre nel pieno rispetto dei desiderata dei colleghi di maggioranza e di opposizione. Posso sicuramente dire che in Commissione si respira un clima di proficua collaborazione che certamente ci permetterà di lavorare bene e produrre i migliori risultati nell’interesse del nostro Paese che ha voglia e bisogno di rimettersi in moto.”