RISCHI CLIMATICI: EDUCATION, STRUMENTI DI COPERTURA E MANAGERIALITÀ PER LE IMPRESE

GREEN SKILLS. LE NUOVE PROFESSIONI DELLA SOSTENIBILITA'

Intervista a Chiara Maruccio, Chief Risk Management Officer SACE

 

SACE, gruppo assicurativo-finanziario partecipato dal Tesoro, è da quarantacinque anni sinonimo di sostegno all’export e all’internazionalizzazione, ma negli ultimi anni ha ampliato il proprio ruolo anche al mercato domestico per rispondere alle emergenze – dagli impatti economici della pandemia a quelli dei conflitti – e supportare gli investimenti delle imprese connessi al Green New Deal italiano. 

Un’evoluzione profonda della mission aziendale, sancita nel nuovo Piano Industriale INSIEME2025 incentrato su obiettivi di crescita sostenibile e benessere per le comunità, da raggiungere grazie all’integrazione di nuovi criteri ESG in tutti i processi aziendali. 

Una sfida che assume un’urgenza particolare in un anno in cui le conseguenze del cambiamento climatico hanno impattato fortemente il nostro Paese, con i nubifragi in Nord Italia che hanno determinato il sinistro più importante della storia italiana connesso a eventi atmosferici. 

 

Chiara Maruccio, in SACE si occupa di rischi, e tra questi quelli climatici stanno diventando sempre più importanti. Che impatto stanno avendo sulle imprese e come è possibile correre ai ripari?

“Fino ad oggi il rischio climatico è stato considerato un rischio ‘emergente’. Ma la frequenza degli eventi metereologici estremi e la gravità degli effetti che si sono verificati collocano ormai questo rischio tra quelli consolidati. Sul livello di consapevolezza tanta strada è stata fatta, tuttavia il rischio climatico non è sempre colto dalle aziende. Le grandi imprese sono più attente e si sono già attivate nella mitigazione, ma le Pmi sono ancora lontane da questa consapevolezza: solo il 15% di queste adotta una copertura da tali rischi, contro oltre il 60% delle Mid e Large Corporate. 

Le aziende oggi si muovono all’interno di un orientamento regolamentare sempre più attento ai rischi climatici. Le istituzioni creditizie nei prossimi due anni introdurranno elementi di rischio climatico in tutte le metriche di valutazione e soprattutto nei processi di concessione creditizia. Questo potrebbe determinare una possibile stretta del credito, soprattutto per le Pmi. Ed è qui che vogliamo entrare in gioco noi di SACE, facendoci promotori di un approccio di quantificazione standardizzato, riconosciuto anche dagli altri attori, istituti di credito e assicuratori, e creare un framework di riferimento, con metriche di valutazione condivise, direttamente fruibile dalle Pmi, che le aiuti a essere più consapevoli e a valutare le soluzioni più opportune di mitigazione e copertura.”

 

Lo strumento delle coperture assicurative può giocare un ruolo e a che livello? 

“Si tratta di un ruolo cruciale perché le coperture assicurative sono non solo lo strumento principale di mitigazione, ma anche un elemento potenzialmente dirimente nelle valutazioni di merito creditizio che faranno le istituzioni creditizie e gli investitori. Ma la vera svolta si avrà quando le aziende acquisiranno la corretta consapevolezza della loro esposizione al rischio climatico e valuteranno di rendersi più resilienti attraverso interventi volti sia a prevenire sia a mitigare i danni.”

 

In che modo avere un partner come SACE al proprio fianco può aiutare le imprese – soprattutto le Pmi – a proteggersi dai rischi climatici e catastrofali? 

“Per le Pmi investire in sostenibilità richiede non solo finanza, ma anche esperienza, contatti, managerialità. Per questo stiamo sviluppando la piattaforma Ecosistema ESG: un one-stop-shop con percorsi differenziati in base alle esigenze specifiche delle Pmi per accompagnarle end-to-end nel percorso di transizione ESG, con prodotti e servizi resi disponibili sia da partner che dalla stessa SACE in ottica di complementarità (dall’education, al reporting, ai rating, consulenze, financing e così via).”