RUOLI DA COSTRUIRE, STORIE DA RACCONTARE

GREEN SKILLS. LE NUOVE PROFESSIONI DELLA SOSTENIBILITA'

di Simone Bemporad, Group Chief Communications and Public Affairs Officer Assicurazioni Generali

 

All’inizio del 2023 è entrata in vigore una nuova normativa europea in tema di sostenibilità. Un sempre maggior numero di imprese saranno a breve tenute a riferire sugli orientamenti di sostenibilità all’interno della loro informativa societaria affinché gli investitori possano valutare l’impatto delle attività su comunità e ambiente, valutando con più accuratezza rischi e opportunità. Un “incentivo” per tutte le imprese a iniziare a prendere in seria considerazione il tema, e a muovere verso scelte operative.

I grandi gruppi internazionali hanno spesso anticipato la normativa, avendo compreso già di per sé il beneficio di comunicare il tema della sostenibilità ai propri stakeholder. Non solo investitori, ma anche istituzioni pubbliche, clienti, partner commerciali, dipendenti e così via. Generali aveva già pubblicato il suo primo Bilancio Integrato nel 2013, riportando per la prima volta i risultati conseguiti in ambito ESG accanto a quelli finanziari, con un approccio che collega i due aspetti nel sistema di creazione del valore. Un connubio che è diventato sempre più evidente, e sempre più necessario.

Con questa convinzione, nel 2021 Generali ha deciso di presentare il suo piano strategico ponendo la sostenibilità al centro di quattro ambiti di azione, quattro “ruoli responsabili”. Il Gruppo si è proposto di essere un assicuratore, un asset manager, un datore di lavoro e un cittadino responsabile, ha orientato prodotti e servizi assicurativi, investimenti, organizzazione interna, gestione finanziaria e, non da ultimo, presenza nella comunità, con il fine di avere un impatto positivo per il clima e per la resilienza sociale in senso più ampio. Ha adottato target misurabili, progressivi, che guardano lontano all’Agenda delle Nazioni Unite per il 2030, al Global Compact, al supporto degli Accordi di Parigi per il contenimento delle temperature, alla neutralità climatica per il 2050, ma che hanno anche il vantaggio di guardare alle scadenze più vicine, essendo vincolati alle tappe intermedie e molto concrete di un piano industriale triennale. 

L’impatto delle scelte di grandi attori economici internazionali come sono le Generali può essere molto determinante per muovere verso questi obiettivi, anche perché coinvolge un vasto numero di stakeholder. Ora, tocca alle Pmi, che devono costruire e affermare il loro ruolo della transizione sostenibile. 

Da uno studio che con Generali abbiamo realizzato assieme alla SDA Bocconi risulta che un campione del 41% dei titolari di Pmi ha adottato o adotterà a breve una strategia per la sostenibilità. Viceversa, è emersa un’opposta polarità con un’altrettanta proporzione di Pmi che non ha ancora iniziato questo percorso, e che ritiene di dover affrontare troppe barriere per farlo nel prossimo futuro. Una di queste è certamente la formazione: ci sono professionalità che è necessario costruire, in ogni ambito, affinché le persone possano diventare artefici della transizione, guidare le attività operative attraverso i paradigmi della sostenibilità.

Una di queste professionalità cruciali è quella del comunicatore che,  come spesso avviene nelle realtà corporate più strutturate, si occupa anche di relazioni e di affari istituzionali. Questi ruoli aziendali sono dedicati alla costruzione del dialogo tra business e istituzioni, all’orientamento verso obiettivi comuni, alla messa a sistema di esperienze, alla creazione partnership tra pubblico e privato, per unire le forze e vincere grandi sfide comuni. Chi fa il comunicatore oggi ha il compito di valorizzare tutto questo, di raccontare buone pratiche, di ispirare e coinvolgere gli altri e di contribuire a creare meccanismi virtuosi. È una grande responsabilità, ma è anche un lavoro estremamente affascinante, coinvolgente, che richiede competenze tecniche e capacità trasversali. È un lavoro che voglio continuare a credere possa essere ispirato da valori universali e basato su fatti e azioni concrete.

Per fortuna, in questo mondo che sembra andare spesso verso la deriva, ci sono anche molte storie belle da raccontare. La mia preferita? Quella della Fondazione Generali The Human Safety Net, che lavora per sviluppare il potenziale umano racchiuso nei contesti più fragili, giocando la carta vincente della collaborazione tra realtà differenti.