WWF E AZIENDE INSIEME NELLA COSTRUZIONE DI PERCORSI DI SOSTENIBILITÀ

GREEN SKILLS. LE NUOVE PROFESSIONI DELLA SOSTENIBILITA'

Intervista a Luciano Di Tizio, Presidente WWF Italia

 

Presidente, come coinvolgete le aziende nei vostri progetti di sostenibilità? Che ruolo possono – e devono – avere nella tutela dell’ambiente e della conservazione degli animali?

“Le aziende hanno un ruolo fondamentale per la costruzione di un futuro sostenibile. Il tempo a nostra disposizione per cambiare rotta rispetto a un sistema economico che consuma natura è sempre meno. Per questa ragione abbiamo bisogno che le persone, le aziende e i governi operino attivamente in tal senso, si impegnino con forza per ridurre il proprio impatto. Per quanto riguarda in particolare le aziende, da un lato è necessario intervenire sui modelli di produzione (risparmio energetico, di acqua, uso responsabile delle risorse, etc.), dall’altro con la commercializzazione di prodotti più sostenibili le aziende possono orientare il mercato e fornire una scelta di acquisto responsabile ai consumatori.”

 

In concreto, quali azioni possono essere intraprese per produrre un impatto significativo (e positivo) a livello sia locale che su scala internazionale? Ci fa qualche esempio?

“Il ruolo delle imprese è fondamentale per realizzare un mondo Nature Positive entro il 2030. L’approccio Nature Positive prevede l’obiettivo di arrestare la perdita di natura entro il 2030 aumentando l’abbondanza, la diversità, la resilienza di specie ed ecosistemi, con la prospettiva di un pieno recupero entro il 2050, in modo che ecosistemi in salute continuino a sostenere le generazioni future. La transizione dei sistemi industriali (cibo, infrastrutture, energia) verso un’economia ‘positiva per la natura’ – anche attraverso il ripristino degli ecosistemi, l’agricoltura sostenibile e i modelli circolari – ha un costo stimato di 2,7 trilioni di dollari all’anno, ma potrebbe generare 10,1 trilioni di dollari di valore commerciale annuo e creare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030*. Ci impegniamo quindi a dialogare e collaborare con realtà aziendali per implementare soluzioni basate sulla scienza che vadano verso un cambiamento sistemico, invertendo la perdita della natura e affrontando la problematica del cambiamento climatico.​

Molte grandi aziende sono impegnate in percorsi di partnership trasformative con il WWF, quali ad esempio il gruppo cartario Sofidel e Barilla con il brand Mulino Bianco. L’obiettivo è quello di analizzare i fattori che determinano la perdita di natura e sviluppare policy e pratiche aziendali maggiormente sostenibili che consentano alle imprese di operare entro i limiti di un solo pianeta (riduzione dell’impronta idrica e di carbonio, gestione sostenibile delle risorse naturali, investimenti a sostegno della biodiversità lungo tutta la catena del valore, etc.). 

La collaborazione tra WWF e Sofidel, gruppo cartario noto per il brand Regina, è iniziata nel 2008 con l’adesione al programma Climate Savers, l’iniziativa internazionale rivolta alle grandi aziende per favorire l’adozione volontaria di piani per la riduzione delle emissioni climalteranti ed è proseguita negli anni con l’approvazione da Science Based Targets initiative (SBTi) dei suoi obiettivi di riduzione delle emissioni GHG coerenti con gli Accordi di Parigi. La collaborazione negli anni si è arricchita definendo obiettivi e piani di azione per migliorare il processo di approvvigionamento di risorse forestali da parte del Gruppo, in termini di ricorso a fonti certificate e di rendicontazione verso gli stakeholder. Insieme all’azienda portiamo inoltre avanti il programma scolastico digitale ‘Mi Curo di Te’, che ha come temi di approfondimento clima, foreste, acqua, Agenda Onu 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Un ulteriore esempio è la realizzazione de ‘La Carta del Mulino’, redatta da Mulino Bianco, brand del Gruppo Barilla, in collaborazione con il WWF Italia, l’Università di Bologna, l’Università della Tuscia e Open Fields; un progetto di collaborazione che vede la stesura di un disciplinare di 10 regole che gli agricoltori devono seguire, un esempio concreto di buona pratica agricola. Un risultato importante è rappresentato dai 1.800 ettari di superficie agricola trasformati in aree per la protezione della biodiversità, con la semina di fiori nettariferi utili per l’alimentazione degli insetti impollinatori ed infrastrutture verdi.”

 

Il WWF Italia conta quasi 100 oasi sul territorio nazionale: aree naturali protette e salvate dal degrado. Quanto impatta positivamente lo sviluppo di sistemi di produzione sostenibile e la transizione verso fonti rinnovabili da parte delle aziende? 

“Il sistema delle oasi con i suoi 35.000 ettari di territorio protetto non rappresenta solo un patrimonio del WWF ma un valore a disposizione dei cittadini e dell’intero Paese. Proteggere l’ambiente, la biodiversità e gli spazi necessari alla sua autorigenerazione significa tutelare il nostro capitale naturale e i servizi ecosistemici che ci mette a disposizione. La transizione ecologica in atto, nonostante qualche ritardo imposto da alcune lobby e da politiche che fanno da freno, è un processo che da un lato fa bene all’ambiente e dall’altro alle aziende. La dipendenza dalle fonti fossili, infatti, non è solo un problema dal punto di vista della crisi climatica ma anche economico per le aziende. Oggi le rinnovabili sono l’alternativa migliore anche dal punto di vista dei bilanci.”

 

Nel contesto delle iniziative del WWF Italia, l’educazione e la sensibilizzazione giocano un ruolo cruciale nel promuovere la sostenibilità. Le aziende come possono contribuire a informare ed educare sulla conservazione ambientale?

“Le aziende hanno sulle spalle una grande responsabilità. Da un lato, come accennavo prima, possono orientare i mercati attraverso il miglioramento di politiche e pratiche ambientali e la commercializzazione di prodotti sempre più sostenibili. Dall’altro sono i principali investitori in pubblicità. Questa combinazione le mette nella condizione di giocare un ruolo straordinariamente importante nella costruzione di percorsi di sostenibilità. Il grande cambiamento di cui abbiamo bisogno per affrontare la crisi climatica e quella della perdita di biodiversità, che sono parte della stessa emergenza e che si autoalimentano, passa necessariamente da un cambio di paradigma delle nostre produzioni e dei nostri consumi. In entrambi i settori il ruolo delle aziende è decisivo.”

 

*World Economic Forum, New Nature Economy Report Series, 2020
https://www.weforum.org/reports/new-nature-economy-report-series/
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